Carpenter’s Cult è l’ultimo disco di Lester Greenowski, 13 brani ispirati a 13 titoli dall’ opera del cineasta americano John Carpenter.
Nato nell’ ambito di una serie di uscite che festeggiano i suoi primi vent’anni da frontman, Lester declina diverse influenze parte integrante della propria formazione ma mai totalmente esplorate nel proprio sound.
Accanto alla consueta formula che mescola punk rock newyorchese fine anni settanta (Ramones, Heartbreakers, Dictators) ed hard rock dello stesso periodo (Ac/Dc, Kiss, Cheap Trick), sia per similitudine che per antitesi rispetto alle atmosfere dei lungometraggi a cui sono ispirati i brani, fanno capolino Misfits, Lords Of The New Church, Fuzztones, The Beat, The Plimsouls, 20/20 etc.
Una serie di riferimenti che spaziano dal horror punk al goth rock, dal garage revival al powerpop, coloriscono questo disco che cerca di riproporre nei suoi brani l’eclettismo con cui Carpenter ha affrontato negl’anni le proprie opere.
Pubblicato da Rocketman Records questo nuovo lavoro vede un organico che consta di Matteo Bassoli dei Me And That Man al basso, chitarre e synth; Davide Furlani alle batterie, SJ Aschieris ex Bad Bones alle chitarre. Greenowski è autore di musiche e testi, oltre che voce principale si adopera al basso, ai synth e al piano.
L’amore per il cinema di Lester ha così trovato sfogo anche nella sua musica, ripercorrendo la carriera di chi si é sempre sporcato le mani con tutti gli aspetti del proprio lavoro, outsider per vocazione con uno spirito spesso molto assimilabile a quello adottato da tanti grandi della scena musicale underground, Carpenter in salsa punk rock, come suggerisce la copertina, è finalmente servito in tavola.